domenica 5 dicembre 2010

Bambini scrittori 2

Proseguo la descrizione del laboratorio di scrittura creativa nelle scuole che ho cominciato due settimane fa ("Bambini scrittori 1").

Mostrando ai bambini di quinta elementare le copertine di diversi libri e chiedendo loro di che genere di libro si tratta, si fanno scoperte interessanti. Si vede, per esempio, che riconoscono subito il genere fantasy, l'horror, l'avventura e le storie "da ridere". Ma se mostriamo loro libri per ragazzi che trattano storie reali, con ragazzi come loro alle prese con la scuola, i genitori, i nonni, gli amici, il gioco, lo studio... non si trovano altrettanto a loro agio. Insomma: di solito non li leggono.
Siamo alle prese con una generazione che ha a che fare con il mondo della creatività e della comunicazione (televisione, cinema, internet e infine, anche se poco, libri) solo per evadere dalla realtà? Il sospetto è molto forte. Genitori e anche qualche insegnante favoriscono questa tendenza: basti pensare al successo straordinario del poverissimo (a mio parere) Geronimo Stilton.

Comunque sia, il mio laboratorio in quinta prosegue appunto mostrando molti libri ai ragazzi (ne ho una valigia piena, ricordate?) e dividendoli con il loro aiuto in colonne divise per genere di storia.
Dicevamo che una volta che io ho una penna, un foglio bianco e una lingua in testa posso tecnicamente scrivere una storia. A questo punto manca la storia. Per cominciare davvero, posso quindi decidere che tipo di storia scrivere: se un genere mi piace e lo conosco meglio sarò più stimolato a inventare storie di quel tipo.

Bene, ora ho bisogno almeno di un protagonista e di un soggetto. Il concetto di protagonista lo conoscono. Allora io estraggo dall'altra valigia, uno dopo l'altro, una serie di cappelli e copricapi molto diversi: un cappello da ferroviere, uno da cuoco, uno da mago, un casco da motociclista, un elmetto militare, un sombrero, un cappello da montanaro, il casco nero del cattivo di Guerre Stellari ed altri ancora. Poi, sempre scovando le cose nella valigia, associo a ciascun cappello un oggetto: bacchetta magica, mestolo di legno, pistola, cannocchiale, poncho, fischietto, spada laser...
E' evidente che se io faccio indossare a diversi bambini e bambine un copricapo e l'oggetto che gli si associa ho davanti agli occhi il mio protagonista di un'avventura, di un viaggio esotico, di un'esplorazione spaziale, di un'indagine, di un dramma culinario, di un fantasy e così via.

A questo punto, discutendone insieme, a ciascun bambino ben caratterizzato associamo un soggetto, cioè la descrizione essenziale della storia di cui il personaggio sarà protagonista (tre righe, non di più). Per far capire cos'è un soggetto, ricordo ai ragazzi i dubbi che possono essere venuti a tanta gente per le strade di Saronno meno di un'ora prima, vedendomi camminare con passo deciso verso la scuola trascinandomi dietro le due grosse valigie e tenendo in testa un cappello con una piuma sopra.
Cosa c'è nelle valigie? E perché il signore che le porta non va verso la stazione? Perché entra nella scuola? Chi è? Cosa vuol fare?
I ragazzi propongono: è un supplente che viene a fare una lezione straordinaria. Ma qualcuno tra loro ha già messo in moto la fantasia: nella valigia c'è un cadavere! Oppure: le valigie sono piene di soldi rubati!
E perché, allora, entrare nella scuola? Perché è il luogo dove l'assassino o il ladro non verrebbe mai cercato dalla polizia.

Ed ecco il soggetto: Un mattino, a Saronno, un buffo signore attraversa la piazza e va verso la scuola portando due grosse valigie. La gente pensa che sia un maestro chiamato per fare un laboratorio. Ma quel mattino, nella banca, è avvenuta una rapina. La polizia cerca altrove, mentre i ragazzi hanno a che fare con un ladro pronto a tutto!

A questo punto inventiamo soggetti a ruota libera, associandoli o a personaggi "regolari" (tipo il cuoco con il cucchiaio di legno) o a personaggi bizzarri (un cuoco con una bacchetta magica, un soldato con una stella alpina...).
Una volta messa in moto la creatività, tutti i ragazzi sono invitati a scrivere un soggetto da soli e poi a leggerlo ai compagni.
Infine ne scegliamo subito quattro o cinque e facciamo proposte per titolo e copertina.

Uno degli obiettivi del laboratorio è anche quello di ricordare ai ragazzi che la fantasia ha grande potere e molto spazio per esercitarsi anche nella realtà di tutti i giorni.
Non ne abbiamo forse un gran bisogno?

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